mercoledì 26 febbraio 2014

Pimpiamo le porte dei dormitori

Oggi ho partecipato all'iniziativa targata Red Bull "Pimp My DoorM", che sostanzialmente, in uno spirito generazionale che è lievemente defunto da secoli (leggasi: punk) messo nelle mani di un'azienda furba che fa i soldi e regala bevande, è questo: un contest in cui quindici persone pimpano (leggasi: disegnano su) fogli incollati sulle porte del dormitorio del campus universitario di Chieti, perché, ci dicono, "non è permesso disegnare sulle porte dei dormitori, ma noi possiamo".
A quanto pare hanno le ali fatte di soldi, alla Red Bull, e ci piace questa cosa.

Oppure hanno Xzibit fra i maggiori azionisti.

Anche perché hanno invitato, oltre ad un gran numero di partecipanti provenienti dall'Università di Design di Nonsobenedove (in provincia di Vattelapesca), l'Accademia di Fumetto di Pescara, dove prendo quotidianamente un fracco di botte perché mi ostino ad aprire la bocca senza pensarci due volte.


Uno dei molti modi in cui ce le piglio all'AFP.

Io e altri tre volontari temerari abbiamo affrontato il viaggio fino a Chieti (oh, autobus, perché ispiri haiku di sofferenza nei tuoi passeggeri) e ci siamo presentati al nono piano del dormitorio in questione, dove abbiamo disegnato su superfici verticali con attrezzatura Giotto regalata in una sacca di tela Invicta.
Mi fa ancora male la schiena e ho scoperto muscoli nelle braccia che credevo non esistessero. Mi tornerà utile per anatomia. Sto comunque meglio di coloro che hanno approfittato del bar che forniva alcolici e Red Bull, che a fine contest stava ciucca che manco dopo la sagra del Tavernello.
Fatto sta che ho vinto il secondo premio (backstage non si sa dove non si sa quando, sempre con Red Bull), una targa, e una sacca di tela Invicta piena di colori Giotto.

Mamma, pare che ho vinto qualcosa

Qui sotto, una foto dell'opera con cui mi son piazzato secondo. Tremate.

Giuro che sto cercando di smettere di fumare la matita.


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