giovedì 20 settembre 2012

Dopo venti giorni

In venti giorni succedono sempre un sacco di cose.
Ad esempio, a me ne sono successe un sacco e mezzo.
Tuttavia, la presenza del computer in camera mia uccide lentamente la mia memoria, staccandone un pezzettino ogni volta che clicco sul pulsante di accensione.
Per questo, scriverò cose in ordine sparso, spesso senza senso, ma talvolta dense di stupidità ragionata, molto più vere della verità stessa.
Ossia, in parole povere, un mucchio di stronzate con in mezzo qualche cosa tranquilla.
Ho scoperto il deep web, e di gente che vende la propria merce, la morte, su internet.
Ho scoperto Claymore, e mi è piaciuto molto, perché per una volta ho trovato uno shonen con protagoniste quasi solamente femminili, privo di qualsiasi forma di fanservice. E poi ha ispirato il disegno che vedete qui a sinistra.
Ho scoperto Vinland Saga, che mi ha ricordato un incrocio ben riuscito de Il Gladiatore, Vagabond e Viking Sagas, e perciò mi è piaciuto perché nonostante c'entrassero questi tre era originale.
Ho ignorato completamente una tempesta fortissima che ha nuovamente sfondato le strade davanti casa mia. Poi ho provato a farne arrivare un'altra, ma è stata deboluccia.
Ho parlato con amici e amiche di cosa significhi provare dolore, o non provarne affatto, di relazioni, di autostima, di stima degli altri, del mio egocentrismo, delle guance paffute o di reazioni spropositate al contatto con un naso, di cerchi e curve frattali, di universi, di quarantasette dimensioni, del cosmo e della paura davanti a creature improbabili in giochi di pessima qualità.
Mi è venuta la cosiddetta scimmia (scimmia: voglia irrefrenabile di qualcosa, desiderio infantile fortissimo, attrazione improvvisa per qualcosa) per GemCraft Labyrinth, e tuttora sto maledicendo quei maledettissimi piccoli mostriciattoli a sciami che non la smettono di sciamare. Porca vacca.
Nel frattempo, ho finalmente colmato una lacuna che ho lasciato indietro spesso e volentieri: i King Crimson, e i Massive Attack.
Mi piacciono entrambi, ma i primi mi danno l'impressione di qualcosa che è stato grande e ha cercato di esserlo anche dopo una caduta rovinosa. Dove si trovi questa caduta, non l'ho ancora capito, è solo Wikipedia che mi mette certe idee in testa e non so se crederle o meno. I secondi, al contrario, mi sono piaciuti molto, ma meno di quanto mi aspettassi in media dai loro album. Mezzanine è bellissimo, anche Blue Lines ha un suo fascino meno raffinato e Protection è frugo. Poi c'è il fantasticosissimo Heligoland.
E ovviamente, alcuni film fantastici.
No, non fantastici nel senso che ci sono le fatine o i fortunadraghi o bambini che salvano il mondo.
Fantastici nel senso di meravigliosi.
No, sto sbagliando di nuovo. Non mi suscitavano meraviglia, ma soddisfazione. Soddisfazione interiore, per aver visto qualcosa che vale la pena vedere e ricordare, e che ti fa pensare.
Un esempio è stato I Figli degli Uomini.
Non pensavo di rimanere così contento di aver visto un film, e invece mi sono ricreduto. Mi piace ricredermi in senso positivo, è qualcosa in cui spero sempre ma che accade di rado.
Cosa può esserci di più bello di un film bello?
Non lo so proprio, però I Figli degli Uomini è stato veramente bello. Non a caso, all'inizio c'era una scena con la canzone The Court of The Crimson King. Evocativa, soprattutto quando penso al disegno che ne è scaturito quella sera quando l'ho riascoltata.
Poi ci sono stati film molto più deludenti.
Simon Pegg, ti voglio tanto bene, ma per l'amor del cielo, potevi evitare una così brutta figura comparendo in una commedia da quattro soldi come Star System - O ci sei o non esisti. La tua presenza è stata gradita, ma per amor del cielo, metterti nello stesso film con Kirsten Dunst e Megan Fox è un affronto.
Stessa cosa per Super Mario Bros, ma elevata alla seconda. Bob Hoskins può essere un buon attore, ma mettergli affianco quel tordo e infilarli entrambi in un film dalla trama così dubbia da sembrare scritta sul retro di un fazzoletto da naso usato è stata una vergogna immane. Ogni tanto strappa una risata, ma il resto del tempo fa pensare ad un brutto scherzo. Uno scherzo veramente brutto, di pessimo gusto.
C'è altro?
Caspita, se c'è. Andrò all'università, sono passato anche con un certo margine (aka sono decimo in graduatoria su 786 candidati, con solo 88 posti disponibili: bel margine davvero). Andrò a Trieste, vivrò lì con un mio amico che frequenterà la mia stessa facoltà, e poi amen, quel che sarà, sarà.
Ma che sarà dei miei amici?
Sabato si va a mangiare giapponese a sbafo tutti insieme (chi più, chi meno) e ci si saluta (chi più, chi meno).
Si fanno sempre tante promesse, tanti progetti di rivedersi, ma poi quante di queste promesse saranno mantenute? Mi ritroverò mai in una qualche casa con i miei vecchi amici, come in L'Acchiappasogni, pronto a sconfiggere un'invasione aliena o semplicemente a ridere ricordando i vecchi tempi?
Possiamo davvero tenere con noi tutti gli amici vecchi oltre a quelli che ci riserva il futuro?
Meditate sull'immagine malinconica di questo mio mostro dalla criniera tentacolare ed uncinata, dalle lance di luce