martedì 28 febbraio 2012

Panfuffonomicon con contorno di fibra di carbonio

Che dire, sono abbagliato da questa meraviglia, eppur ci vedo. E anche allo stesso modo di prima, solo in modo più simpatico perché so che anche Napo e Rico sono stati bravi. Anche se non so cosa significhi.
Recensione non recensione, ossia gustosa interpretazione personale esposta al mondo, del nuovo album "Idioti" sfornato e farcito dagli Uochi Toki con l'ausilio della casa La Tempesta, la stessa che ha incartato e smerciato al venditore di pizzette gli album precedenti, Libro Audio e Cuore Amore Errore Disintegrazione, già recensiti non recensiti dal Sottoscritto-sama.
E sto scrivendo la recensione mentre puccio i miei nervi vestibolococleari nella musica e nei discorsi di Idioti. Insomma, LAIV. Contemporaneamente. Chissà che cosa scriverò quando arriverò a La recensione di questo album.

Ecce robot risveglia il cyborg, l'artificiale vivente, o per chi conosce D&D, il costrutto che c'è in noi (e per noi intendo solo Napo e me, non so gli altri); e forse anch'io, dopo aver letto Alita, ho sentito questa pruriginosa sensazione sintetica, di un'animo non-umano intrappolato in un corpo umano, ma forse anche prima, guardando Doctor Who e reinterpretando Siddartha come un fottuto Time Lord.

Al Azif fa rianimare invece lo strisciante segmentato, rianimato ma mai realmente sopito, mica come quel pigro di Cthulhu che da anni usa ormai la propaganda attraverso i giochi di ruolo. O forse è colpa dei giochi di ruolo come D&D che li denominano parassiti, quando sono molti più di noi (e lo so bene, perché lo scarafaggio ha già finito i compiti a casa sul tema "come sviluppare al 100% le potenzialità del tuo cervello"). Inneggiamo a NyarlNapothep il Mago del Caos Strisciante e passiamo oltre.

Perifrastica mi fa pensare a quella pubblicità di merda delle società telefoniche con la "troia vista nuda da tutta la nazione ma che non nominerò", e tuttavia ora, sentendo Idioti, penso invece a giocare a Dungeons&Dungeons&Dungeons&Dungeons. Che bello e che noia mi sovvengono a tradurre dal greco/latino/algebrico/italiano/volgare/eccetera così tante immagini scolastiche.
Ah, comunque a me piace il 22. A parte perché mi perseguita come il 23 con Jim Carrey. E poi è composto dal primo numero primo pari moltiplicato per undici. E se sommi le cifre dell'undici ottieni 2. Figo eh? E comunque non dubitate mai di un uomo e della sua capacità di relazionarsi e non giudicatelo per le parole che usa per sembrare cazzuto, tosto, spaccaculi; perché gli uomini possono diventare tutto: ce lo insegna Monster, di Naoki Urasawa.

Umami e la questione dei gusti. Non assaggerò il gusto di umami, perché sono schizzinoso (o meglio, sono dai gusti così complessi che agli altri sembro schizzinoso, ma in realtà ho un palato finissimo da criticissimo culinario che ama solo la pizza ai carciofi laser con catrame perché sono pizze hipster e tutte le altre son mainstream).

Tavolando il pattino con antonio falco mi fa sentire un vero skeida perché anche io avrei usato uno snowboard con le ruote del deambulatore, ma anche le saponette avevano un che di originale. Però io resto più figo e faccio lunghi tracciati, lunghissimi, senza rampa: sono uno skeida pro perché cavalco una tavola lunga come un autobus, con ruote grosse come quelle di un autobus, con una serie di pali e sedie intorno che sono identiche a quelle di un autobus, così la gente può ammirarmi mentre mi esibisco, e un motore preso ad un autobus e con un autista in omaggio che apre le portiere per gli spettatori che entrano ed escono. Insomma sono un rider che cavalca un autobus.

Sberloni è di nuovo sul cibo. Agli Uochi Toki piace il cibo, a quanto pare, e non la vendita del cibo nel mondo, sembra. Buona come la pizza. Da qui dovreste capire che il mio paragone dei cd con le pizze non è scontato come sembra. E pensare che ho scritto quella parte prima di iniziare ad ascoltare l'album.
P.S: è d'uopo che io non mangi mai un timballo di chiodi e limature di alluminio, con policarbonato ai ferri e salsa alla merda. Però possiamo proporlo al cast di Sanremo.
No, Gianni, no, a te no! Già ne mangi troppa di tuo.

La prima posizione della nostra classifica è quello che zompetta e saltella e balla di più. Che fighettata molto controtendenza, anche se l'uso stesso di controtendenza è ormai un paradigma fuffoso da evitare. Oh, no, ho usato una parola con prefisso "para", oh merda no. Scherzi a parte, è davvero bello. Se solo l'avessero fatto sentire a Sanremo, oh, come mi sarei ucciso dalle risate.

Venti centesimi di tappi per le orecchie è una risposta. Una risposta ad una domanda stupida, argomentata con acuta saggezza di Napo. O forse più che acuta saggezza, è ira barbarica placata. Napo è forse un multiclasse monaco/barbaro?

Tigre contro tigre è Nella vecchia fattoria ia ia yo! Tunz paratunz from da ghetto yeah e poi ecco la pula con le auto dalle ruote mosce ma ehi cioè praticamente ma anche no e volevo dire MACCHECCARINOQUESTOBAMBINO AWWWWW e poi cazzo, ma se dovete ascoltare quest'album leggendo me, allora non ascoltatelo proprio, no? E comunque anch'io ho fatto il teorema di Weierstrass. Mi sento un tuareg.

La recensione di questo disco non contempla la recensione non recensione di questo disco che ho fatto io. Di questo disco. ALLA FACCIACCIA VOSTRA, NAPO E RICO! Ho vinto io gnè gnè gnè gnè gnè. Della vostra approvazione me ne sbatto. Sono IO, il Sottoscritto-sama, che sta approvandovi ma anche solo dicendo quello che pensa. Quindi ora aggiungete una quinta categoria molto fruga solo per me e per Egnèh McGuffin che ha fatto una recensione di questo disco in modo un po' troppo prevedibile.

La lingua degli antichi è la stessa cosa che faccio io quando nessuno mi sente. Però io metto basi diverse sulle mie parole proteiformi, oppure non ce le metto proprio. Ma io le uso per riforgiare il mondo ogni giorno, quando penso che stia crollando, sotto la spinta del vuoto.

Consiglio questo album a tutti quelli che non ascoltano gli Uochi Toki. Sentitelo qui in attesa di comprarlo.
E pensare che quando mi sono alzato stamattina volevo recensire The Fragile dei Nine Inch Nails perchè sulla Guida al Game Master di Pathfinder dicono di prenderla come riferimento musicale assieme alle colonne sonore del Signore degli Anelli e Carmina Burana di Orff. Che roba che è Pathfinder, eh? Ma oggi gli Uochi Toki si meritavano un po' di più del mio tempo e spazio.
Guardatevi dalla mia recensione; finché non avrete ascoltato qualcosa degli Uochi Toki con le vostre orecchie, non l'avrete sezionato con la vostra personale idea di giusto o sbagliato, di buono o cattivo, e vi sarete fatti sezionare dalla caterva di argomenti che parlano almeno una volta anche di voi, solo allora dovrete leggere questa recensione non recensione come una recensione. E comunque io non ne so niente di musica.

domenica 12 febbraio 2012

Necrosis

Necrons are back. I just happened to play my first, real huge battle in Warhammer 40000 with my Necrons. The Tyranids were pretty bastard, but I enjoyed their perseverance. Quite amusing. It was a Dawn of War. I decided to came second. My opponent sent in his Hive Tyrant and waited for me. After I deployed a patchwork Night Scythe carrying my Pharaoh and his Tesla-equipped Immortals, and a bunch of Necron Warriors on the ground, he let his fuckin' genestealers come into play without my troops noticing. Unfortunately for my opponent the warriors handled the battle 'til the arrival of reinforcements: in that case, another group of warriors, gauss flayers blazing as the main fight ended. My C'tan shard survived quite a lot without doing absolutely nothing important. The Canoptek Wraiths, instead, played a main role fighting the Tyrant, even though it made it hard for them, using Parossism. That slowed things. And, obviously, the fact that both creatures had sothing that slowed down the enemy. On another part of the board, a Monolith appeared towering near the enemies. Meanwhile, the combined effort of a warrior squad and the main immortal squad completely obliterated a genestealer pack. Then, suddenly, a Tyranid Trygon popped out of nowhere and said 'hello' to the warriors. Unfortunately for him, the warriors took their phones and called the Monolith. 'Hello Steve. Teleport us away from here. Immediatly!' 'Consider it done, sir' And the Trygon, astonished, had nothing to eat. Then, the Pharaoh rushed forward and utterly damaged it.
Meanwhile the genestealers were vaporized by 56 gauss shots. But the game stopped when a huge pack of gaunts attacked from the side, together with the Doom of Malan'tai.
All in all I was lucky, I guess. But the Wraiths were simply amazing. Same for the Monolith and the Tesla weapons.

sabato 11 febbraio 2012

Memetic Memedom of Evermemeing Memeness

Everybody hail me for my epic debut into the meme world!
Ok, let's not make this bigger than it really is, because it's already OVER NINE THOUSANDS!
First of all, I must thank my unaware minions, Francesco Russo, ol'friend of mine, and his friend, Pietro Guglielmi. It's their combined effort who made this real. Actually, I found out this only a few minutes ago. I would have never thought of myself as a meme, LOLZ.
But now it's real. If you are interested in making my face become one of the main nightmares of the internet, plase visit this website. meme-addicts will thank you for your effort in making this huge internet pile of trash more interesting.
Oh, man, I'm gonna kick asses. More than I usually do. Much, much, much, much more. Mach 4, actually.
Ok, now it's time for some announcements.
This post is in English.

venerdì 10 febbraio 2012

Dugonghi, dugonghi everywhere.

Non vedete i dugonghi? Ovvio che non li vedete. Sono sotto la neve.
Non è vero, la Lega Protezione Dugonghi si è adoperata per salvarli.
Ma mentre un povero, piccolo esemplare di dugongo viene ripulito dal petrolio (?) passiamo al mondo musicale con una breve analisi di un gruppo come i Sun Kil Moon.
Sono tanto ma tanto lenti. Lenti ma bravi. Molto bravi. Più bravi di quanto siano lenti. Ma tanto tanto tanto di più.
Fine dell'analisi.
Passiamo a Dungeons&Dragons. Ho tante di quelle idee per personaggi con ascendenza di celestiali, demoni, diavoli, elementali, geni, yuan-ti, giganti e perfino robot. Non chiedete come si giunga a questo punto. Di solito si risponde con aria volutamente vaga "Eeeeeeh, è la magia e le bacchette e i buchi portatili" Ma la realtà è che spesso gli incroci di questi mostri, le cui differenti anatomie e sistemi riproduttivi causano non pochi problemi, sono causati dalla mente di oscuri giovani Masters che non sanno più che creature fornire ai giocatori per placare la loro noia. Ormai si contano più di 150 razze giocabili per i PG. Quasi come i pokémon. Il problema è che molte sono sgrave, inutili, o prive di senso. Come lo svirfnebli contrapposto al mezzogre. Il che è quasi come l'abisso che separa Magikarp da Gyarados.
Ma passiamo oltre. Ho intenzione di raggiungere il punteggio di 150 volte anche con questo mio tic del dire "Ma passiamo oltre".
Ma passiamo oltre. L'Italia si contorce nella morsa del gelo. La neve non è mai stata così letale per l'economia. Al nord Bossi denuncia un danno pesante all'economia: "GHFDRRHHRRDGGRH quei bastardi dei terroni già ci rubbano il lavoro, ora ci rubano anche il monopolio sul turismo sciistico. Quest'anno per andare a sciare mi toccherà andare al sud."
Ed è anche vero che la neve ha realmente causato danni. C'è gente che è morta. Ma perchè altrove queste cose non succedono? Non abbiamo forse i mezzi? Non abbiamo forse la cognizione anticipata del pericolo? Non abbiamo forse la volontà?
Il danno fondamentale è causato dalla nostra mancanza di abitudine ai problemi. Nei luoghi dove cose del genere non si imbandiscono grandi discorsi nei talk-show, non si sciacalla sul dar la colpa a qualcuno per i disservizi causati dall'H2O gelata che cade dal cielo.
L'Italia è l'unico luogo del mondo dove si riesce a rendere un fenomeno mediatico perfino il tempo. Il tempo! Proprio l'argomento più noioso e ozioso dai tempi in cui la gente attribuiva la neve a Zeus che si grattava la capa perché aveva la forfora.
E su questa delusione profonda dell'uso della notizia io canticchio davanti al balcone:
Let it snow, let it snow, let it snow...

venerdì 3 febbraio 2012

Cose da elencare

Cose che si imparano sugli abitanti di Skyrim:
-Gli abitanti muscolosi di Skyrim ritengono loro migliori amici coloro che li battono in una rissa e li derubano dei loro soldi. Le risse sono il miglior modo per far amicizia con un Nord. Ma solo se vinci.
-Gli abitanti poveri di Skyrim ritengono loro migliori amici coloro che guardano nel loro inventario alcolico, anche se poi si fregano la loro unica bottiglia di Vino Alto.
-Gli abitanti di Skyrim ritengono i protagonisti che lasciano in sospeso 60 quest persone in grado di portare a termine ciò che cominciano. E gli piace.
-Gli abitanti barboni di Skyrim possono castare una magia che fortifica l'Oratoria che duri 10 minuti al costo di una moneta d'oro.
-Gli abitanti umani di Skyrim affetti da nazionalismo e razzismo accetteranno orchi, fatine, lucertole e leoni (ma soprattutto neri, o guardiarossa che dir si voglia nel gergo nigga di The Elder Scrolls) all'interno delle loro affiliazioni di nazionalisti e razzisti per sconfiggere una razza umana.

Cose che si imparano sulle guardie in Skyrim:
-Come tutti sanno, un tempo erano avventurieri, ma si sono beccati una freccia nel ginocchio. Tutte le fottute guardie hanno preso una singola freccia a testa (pardon, al ginocchio) che si è infilata sempre nello stesso punto.
-Tutte le guardie credono di essere il Sangue di Drago, solo che non lo sanno ancora.
-Tutte le guardie ti rispettano perché gli dei ti hanno dato due mani e tu le usi entrambe per impugnare un'arma. Anche se è un pugnale.
-Tutte le guardie sono contente perché trallallero trallallà qui il drago non ci verrà.

Cose che si imparano su Sheogorath:
-I clown.
-Il formaggio.
-Le lettere scritte sulla schiena di una concubina argoniana.
-I re pazzi morti che in punto di morte mettono fuori legge la morte. Pena capitale per i trasgressori, immagino.
-Le valigie senzienti di nome Dervenin che cercano il padrone e che un tempo erano preti a Mania.
-Le giovani seducenti con voce mascolina che dicono di aver perso la moglie.
-Wabba wabba wabba wabba wabba wabbajack!

Cose che si imparano sui draghi:
-Sono stronzi.
-Vanno da un minimo di "eliminabili con un pugno" a "ho usato tutte le pozioni, gli incantesimi, le cariche, e speriamo che non muoio".
-La maggior parte delle volte muoiono quando sono già a terra. Quando basterà una freccia a far cascare un drago griderò "SONO RANKSTRAIL!"
-Pesano l'iradiddio in ossa e scaglie.

Cose che si imparano sui Barbagrigia:
-Hanno la barba grigia.
-Non sanno gestire la rabbia, né tantomeno gli altoparlanti disseminati per Hrothgar Alto collegati ai microfoni che hanno ingoiato da piccoli.
-Vomitano anime dei draghi che non hanno mai ucciso.
-Hanno la barba grigia.

Cose che si imparano sui Thalmor:
-Razzisti di merda.
-Anche con gli altri elfi.
-Anche con i loro amici.
-Anche con loro stessi.
-Ciononostante non capisco come facciano a restare così altezzosi.

Cose che si imparano su Skyrim:
-Le schermate di caricamento fumano.
-Anche nella schermata iniziale quei bastardi degli Imperiali fanno propaganda per unirsi alla Legione Imperiale.
-Le Difficoltà vanno (ordine dal più facile al più difficile): Bambino Speciale, Basilare per cerebrolesi, Semplice, Facilissimo con Punto & Croce, Bambino Normale, Bambino Lamer, Difficile, Ardua, Rompicazzo^2, Impossibile, Pro, Come L'Ha Finito Mio Cuggino, e Impossibile Ma Sul Serio.
-Ci sono 81 Livelli. Numero tondo tondo.
-Qualsiasi cosa bipede ed umanoide è un Mer. Anche gli uomini, solo che non lo sanno.
-Se uccidi una vecchia stronza chiamata Grelod la Gentile, una bambina ridendo esulterà: "Anch'io quando sarò grande entrerò nella Confraternita Oscura! Com'è semplice risolvere le cose con un assassinio! Le possibilità sono infinite!"

E con questa mi eclisso. THAT'S ALL, FOLKS! FAREWELL AND THANKS FOR ALL THE LULZ.

giovedì 2 febbraio 2012

Suicide Blog Is Mainstream In My Town (Und Libro Audio FTW)


Il mondo impazzisce. Fondamentalmente, più passa il tempo e più il mio occhio registra una morale fisica, reale. Un'allegoria violentamente sbattuta davanti ai miei occhi. Ogni giorno c'è una lezione, un argomento da imparare o da sottoporre alla mia attenzione. E non parlo della scuola. La scuola è solo un tramite. Ad esempio, con l'avvicinarsi oscuro della neve (qualche giorno in meno di scuola grazie all'acqua cristallizzata che cade dal cielo) e con il susseguirsi delle lezioni di ingessata cultura letteraria italiana compare Leopardi. Personalmente apprezzo uomini che rigettano il concetto di dio buono e generoso, che si interessa a noi, e che pensa alla nostra fine come fine dell'anima. Sarò epicureo, boh. Però dall'altra parte, fondamentalmente, mi opprime il fatto che un simile tizio interpreti in modo sbagliato l'insegnamento celato in questo concetto. Se Leopardi e tutti gli emo di tutti i tempi capissero che se abbiamo solo le illusioni e la felicità vera non esiste, allora vuol dire che la felicità che possiamo avere non è un'illusione, ma è reale. Solo non è perfetta. Ma il Gobbo di Recanati è un insoddisfatto mugugnone, quindi non si accontenta di nulla, come tutti gli esseri umani peggiori. E quindi è infelice.
Con l'ombra incombente del nichilismo sembra quasi ovvio che qualcuno di influenzabile finisce per essere male influenzato: finisca per capire fischio per fiasco e creda che ohmioddio il mondo è brutto gnè gnè voglio morire perché non sono sempre felice anche se dirò che non lo sono mai perchè non sono obiettivo, ma solo un idiota emotivo.
Questo riconduce al suicidio. Personalmente ognuno può fare quello che vuole con la propria vita, perché se c'è un Dio che ne detiene il possesso esclusivo è uno stronzo immorale che ci ha fatto firmare il contratto nell'utero, ossia prima dei 18 anni. Ergo un truffatore. Ma se non c'è un dio intento a spiarci ovunque siamo (sì, anche al bagno) allora vuol dire che siamo liberi di toglierci l'unica cosa che abbiamo quando lo vogliamo.
Dall'altra, ovviamente, penso che essendo l'unica cosa che abbiamo veramente bisogna essere davvero in un vicolo cieco per non volerla continuare: essere fisicamente inabili per malattie degenerative, essere torturati 24 ore su 24 per 120 anni di seguito e così via. Altrimenti i motivi per restar vivi ci sono, e quindi il suicidio diventa uno spreco. Perciò direi che è meglio vivere.
Ma perché parlare di suicidi? Perché sembra che ce ne sia stato uno di recente. Non conoscevo la persona. Non posso dire che mi sia importato di lui, sarei un ipocrita. Non lo prenderò in giro per alcun fatto solo perché non ho elementi per prenderlo in giro nè tantomeno per giudicarlo un grande che se n'è andato troppo presto. E non vi parlerò di lui, ma parlerò dell'atto del suicidio che sembra stare guadagnando piede in questa città. Lugubre, eh? Non ci posso far niente, non sono io che sono morto. Fosse stato per me, mi sarei aggrappato con tutte le mie forze alla mia vita, è troppo divertente per finire (con questa scusa spero di arrivare fino al 9000 d.C.).
Se non fosse stato un suicidio, ma un omicidio colposo, o premeditato, non potrei saperlo, al momento, ma vi dico questo. E per questo cito per intero un pezzo degli Uochi Toki (sì, lo so che vi siete stancati di sentirli nominare, ma io no e anzi già che ci sono li recensisco pure alla fine del post):

Emofiliaci porfirici, ricercatori di congiuntiviti, amanti dell’insipienza, anelatori di notti perenni disgustati dall’aria affogano dispiaceri domandando isterici se la sofferenza avrà mai fine. Fanno bandiere con il soffrire finché si vive e poi si muore. Pronunciano discordia e distrazione gettando in confusione le categorie, lasciando apposta quesiti aperti sul male di vivere, lasciando indizi in merito alla propria indole fatta di fughe ormai lecite e di persone senza denti che rifiutano gli alimenti. Acuti dolori e loro, molto più acuti come pensatori, non si accorgono che l’acume che li condanna è l’unica via per avere salva la vita e prima della fine erigono monumenti-passatempo al proprio senso estetico, sintetizzando un teschio, necessità di un marchio, traducono il male in morte, sprofondano in terra inconsapevoli delle impronte nelle persone che lasciano, persone solite nel soffrire con loro e per loro. Ma io no: io studio la terra e i suoi segreti, l’interazione tra elementi, il suono di insetti nei deserti, che voi chiamate demoni e che in realtà sono fenomeni naturali offuscati da racconti antichi ricoperti di significati che non sapete spiegare, facendo della morte icone, vedendo nella morte il male, dicendo della sorte infame, chiudendo il misticismo in chiese. Il rituale è vivere, niente a che vedere con messe bianche o nere. Quando qualcosa scorre in modo poco lineare vi preferite suicidare, come stanchi, come correzione dei destini storti. Mentre io apprendo le vie della morte, aprendo animali domestici: conigli, gatti, galline. A quale stadio di putrefazione corpo e mente si dividono? Su cosa galleggiano gli spiriti e come richiamarli agli organi di cui sono stati resi orfani? Io sono il contatto, la confusione tra i limiti, tra morti e vivi. Conosco le risposte ai vostri interrogativi grazie all’indagine sul margine di pagine di un libro scritto col sangue, la cui lettura non vi tange perché perdete tempo a piangere invece di scegliere e rendere motivi in preferenza. Io vi apostrofo ed esautoro la vostra scelta, regalo una seconda possibilità a chi non l’ha richiesta. E se recrimina, lo resuscito una terza, quarta volta. Gente depressa rievoco dalla terra in cui l’umore li getta. Resuscito il suicida fino a quando non sceglie la vita: soluzione pratica che in parte mantiene un’ottica punitiva per la maggioranza lasciva e in parte mostra una via d’uscita a coloro che vorrebbero più tempo ed un contesto diverso, che molto spesso non mi rispettano perché sono troppo attaccato a cose che non si capiscono, che i negativisti credono di conoscere benissimo mentre candidi si allontanano con scherno e sprezzo per quelli che studiano. Le mie ricerche violano le tue ricette del vivere. Il tuo senso del completo sarà il mio ordine supremo. Il punto di fine è questo. Non salvo le vite. La morte prima la provate e poi mi dite. Credetemi, non penso alla vostra salute. Fa tutto parte di un disegno più grande che solo io riesco a vedere perché sono un necromante.
Sfumiamo quindi i contorni della morte per tornare alle recensioni. E questo è un SIGNOR Album. Libro Audio degli Uochi Toki è precedente a Cuore Amore Errore Disintegrazione, ma io lo recensisco dopo e non me ne frega niente. I suoi ritratti, le sue storie in musica, sono puro genio, pura follia, pura sanità mentale, puro succo di musica e discorsi condensati in uno sciropposo esercito di flussi di coscienza fin troppo ordinati. In CAED vedevamo addirittura il totale caos del flusso di coscienza onirica, le discussioni con le occhi di cerbiatto davanti ad un tè, una conversazione con un'amica e la disquisizione interiore su un essere empaticamente sterile. Qui vediamo storie, storie umane, storie pensate, non storie che derivano da un più elevato stato di coscienza e consapevolezza del tutto. Non ci sono ancora i maghi, che sanno in cuor loro che ci sono cose che dormono diverse dal drago. C'è il mondo degli Uochi Toki, persone che hanno dimostrato di essere più a contatto con la gnocca dei loro coetanei, nonni e bisnonni dagli insegnamenti che uccidono gli idealismi in nome di loro stessi, della sopravvivenza, della vita. E qui ritorniamo al contrasto con la morte, di cui splendido esempio idillico (idillico nel senso greco, ossia di un quadretto rappresentativo, anche se scommetto che a voi non importa una cippa) è Il necromante, appena postato nell'interezza del suo testo. Scopriamo tante cose da lui. Innanzitutto che gli Uochi Toki sono un sacco fighi perchè giocano a The Elder Scrolls e hanno visto South Park. Inoltre osserviamo il potere insito nel deserto, nei luoghi fisici e mentali rifuggiti da tutti, e soprattutto la voglia di vivere e di far vivere chi non vuole farlo.
Sì, non vi siete confusi, stiamo parlando di un necromante. E come ci insegna un tizio cattivo in Books Of Magic, la magia nera non esiste. Deriva dal termine negromanzia, che era una corruzione del termine necromanzia, che col nero non aveva a che fare perchè aveva a che fare con i morti. Non che per le persone che a un teschio associano un'idea cambi qualcosa.
Altro capolavoro senza dubbio alcuno è Il ladro. Musicalmente è, lasciatemelo dire, eccitante. Arrapante, pur d'essere volgari. O come direbbe McGuffin, proprio come un porno. Solo che in questo caso è da sentire più che da vedere.
Fatto sta che Il ladro è meraviglioso, semplicemente meraviglioso. Diciamo solo che non posso far altro che mostrarvelo.
E per una volta qualche bel disegno a tema e anche no.