martedì 22 novembre 2011

Fumare a scuola nuoce gravemente alla mia pazienza. MEMENTO MORI.

Introduciamo l'argomento saliente di oggi. Preso da ieri. Ossia che se n'è parlato ieri in assemblea d'istituto a scuola, e che non avendo tempo ieri, affronterò oggi.
I poveri, derelitti, abbruttiti fumatori della scuola si disperano da anni e anni, costretti a fumare nei bagni, contemporaneamente avvolti dall'ansia di essere scoperti se fumano in cortile (dove li aspetta una multa salata) e dall'attanagliante senso di colpa per dover appestare i bagni dove anche i loro compagni non fumatori vanno a soffocare, tentando di urinare.
Va da sè che il termine attanagliante di poco prima assume qui la valenza straordinaria di praticamente nullo. Infatti, tanto è il loro interesse a salvaguardare i polmoni di chi non c'entra niente con il loro vizio, da difendere strenuamente questo vizio in assemblea. Protagonisti, alcuni degli stessi rappresentanti d'istituto, che, cito in maniera approssimativa, "non giustificano, ma comprendono". Il che significa che non hai espresso altro che una supercazzola da politico: hai detto quattro parole, di cui nessuna definisce una posizione sicura. Ma soprassediamo.
E se quegli abietti bastardi senza cuore dei non fumatori perseverano nella richiesta di avere i bagni liberi dai fumatori e dal loro fetor di sigaretta, gli amici di Marlboro&Co insistono nel proporre che si crei uno spazio in cortile per i fumatori. Il cortile è ampio, dicono, di tutti quei metri quadrati non se ne può dare neanche una decina a chi, a suo rischio e pericolo, vuole farsi una sigaretta?
Personalmente io sarei d'accordo a dare un'area di libero suicidio, in generale. Ma poichè esiste una regola, che dice che è proibito fumare negli ambienti scolastici e nei cortili dei suddetti ambienti, perchè quei simpatici fumatori devono piegare le regole solo in virtù della loro dipendenza?
Io posso capire queste persone, perchè noi fumatori abbiamo un bisogno fisiologico, è una dipendenza, e se vogliamo rischiare di perdere un quarto d'ora o anche più per fumare, è affar nostro, non vogliamo essere puniti per voler fumare.
Lì mi sono improvvisamente sentito un membro di Quitters, Inc. Chi di voi ha letto quella breve ma toccante storia di Stephen King, saprà che cosa intendo. Vi basti sapere che usano il principio del cane di Pavlov per far smettere di fumare. Li approvo. Come ci insegna giustamente il buon signor Donatti in quel racconto, il fumo è una droga. Possiamo girarci intorno, definirlo un vizietto, un difetto, ma la cruda realtà è che è una droga. Chi fuma è un drogato. Ha un tasso di ricaduta superiore a quello della ricaduta nell'eroina, che giustamente è definita una droga pesante. Eppure, solo per il fatto che quando si scoprì che il fumo dava dipendenza era ormai troppo tardi e le lobby del tabacco erano già troppo potenti, ora permettiamo che sia smerciata una droga ancora più difficile da debellare delle altre. Ridicolo, vero? Un'altra delle meravigliose ipocrisie del nostro tempo, che ci portiamo appresso dai decenni passati. Con la fondamentale differenza che ora iniziano a vedersi sempre di più gli effetti sulle lastre ai polmoni.
Dunque, caro simpaticone che difendi il diritto di uno spazio per i fumatori, ricorda sempre che dovrai batterti anche per lo spazio per i cocainomani, i ganjofili, gli eroinomani, gli strafatti di crack, di LSD, di funghi allucinogeni. Ogni minoranza del grande mondo dei fattoni ha diritto ad un quadretto di spazio in cortile. Nel cortile di una scuola.
E poi ci domandiamo perchè sia solo uno a gridare "Questa è una scuola! Deve avere un valore educativo!"
Ah, l'ipocrisia.
Ma diamoci un taglio e passiamo a parlare di qualche cosa di nuovo.
Alita.
Ho ricevuto un dono inatteso, assai gradito: un certo numero di volumi di Battle Angel Alita e uno più ingente di Alita: Last Order. Sono rimasto molto sorpreso dall'elevato livello di disegno dell'autore, e ho formulato questa teoria, o se preferite, una fiaba saggistica:
C'era una volta, un paese piccolo di montagne che sorgeva dal mare. Si chiamava Giappone. Molte persone in quel paese scoprirono le meraviglie del fumetto, e decisero di cimentarsi per crearne di propri. Li chiamarono manga. Questi autori si facevano chiamare mangaka. Fra loro, c'erano solo due categorie: quelli che avevano uno sconfinato talento artistico, visibile in ogni linea dei loro meravigliosi racconti, e altri che per anatomia, fisica, e altre arti figurative, erano rimasti all'asilo, ma che avevano abbastanza fantasia e riuscivano a creare storie quantomeno avvincenti.
Io, personalmente, prendo ad esempio di queste due correnti rispettivamente Berserk e Captain Tsubasa. Sappiamo tutti quanto impegno metta Miura in ogni tavola al fine di mostrarci tutto lo splatter medioevale di cui è capace, e quanti di noi abbiano seguito le avventure di Oliver Hutton pur sapendo che qualcuno doveva aver costruito male quei campi da calcio immensi e collinari e quei palloni-boomerang così stranamente aerodinamici. Fatto sta che al giorno d'oggi i mangaka si sono riprodotti, hanno imparato e prosperano tuttora. Imparando dall'una e dall'altra scuola, i loro stili si sono fusi: ora la qualità si è uniformata (ma i diversi stili esistono ancora) e le trame sono un po' bucherellate o ovvie, ma abbastanza avvincenti da seguire. THE END.

P.S: ne approfitto come sempre per dire che amo la mia ragazza e che se non commentate, puzzate.

3 commenti:

  1. Io mi faccio sempre la doccia.
    Comunque i fumatori hanno diritto a fumare se si mettono un aspiracose vicino che aspira il loro fumo, secondo me.

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  2. All'aperto non so che problema ci sia, quando andavo a scuola io era consentito, effettivamente nei cessi è alquanto fastidioso e andrebbe ben punito. Mi fa sorridere come sempre questa salvaguardia dal fumo con sempre maggiori restrizioni e dall'altra parte non riuscire ad incentivare i mezzi di trasporto pubblici o l'utilizzo di energie pulite per pipparsi un po' meno di polveri sottili. Sempre meglio scegliere la strada più facile ed economica.
    Perfettamente d'accordo sul fatto che sia una droga, come l'alcool d'altronde.

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  3. L'aspiracose ha detto che non fuma più, quindi non è available anymore.
    E le regole della scuola predispongono che in caso di fumatori nel cortile, questi paghino una multa salata. I fumatori giovani adducono come scusa per la loro clandestinità che i primi a fumare in un angolo del cortile sono i professori e i bidelli, ma non basta che ci sia qualcuno a farlo per essere giustificati.

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