sabato 28 agosto 2010

Capelli

Ok, è successo l'impensabile. Le mura della realtà sono crollate assieme ad uno dei pilastri fondamentali dell'esistenza. No, non sto parlando di Star Wars, ma dei miei capelli. Dopo anni di look "cespuglio incolto con un ragazzo sotto" sono andato dal barbiere e ho chiesto: fammeli corti.
Vi siete mai domandati cosa smuove le cose e le persone e crea cambiamenti di portata enorme? Non sono grandi decisioni, non sono cose ponderate, non sono riflessioni complesse, non è un'ultima chance che raccogliamo in un impeto di speranza: si tratta di cose apparentemente semplici, come il gesto di una mano che schiaccia un insetto o una decisione d'impeto, priva di ragione. Nel mio caso è stato tagliare i capelli. Sembrerà una stronzata grossa come un appuntamento al buio fra il pianeta Giove e Giuliano Ferrara, ma cambiare capigliatura può cambiare una faccia. E se ti guardi allo specchio sapendo che quello che vedi ma non riconosci del tutto è quel che sei diventato, e se alla tua faccia colleghi un modo di pensare e di agire particolare, quando quella maschera muore ed è rimpiazzata da una nuova maschera, simbolo di un nuovo modo di fare, questo è quello che puoi fare: decidere di cambiare.
Ora sono identico a prima, non sono cambiato di una virgola, eccetto per i capelli, beninteso. Ma nessuno mi noterà più nello stesso modo. Siamo noi a cambiare? O a cambiare è il modo di vederci degli altri? O l'intera esistenza è costruita in un gioco di piani e di luci ed ombre che ci impediscono di sapere cosa davvero sia un cambiamento o cosa un'illusione? Magari tutte e tre assieme.

(Se bastava tagliarsi i capelli per pensare certe cose, inizio a credere che tutti i filosofi siano vissuti con la capa rapata a zero.)

2 commenti:

  1. Ora che mi ci fai pensare un'aggiustata me la dovrei dare anch'io, ai capelli.

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  2. O magari hai fumato di brutto prima di scrivere l'articolo. asd

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