mercoledì 29 dicembre 2010

Ritorno in grande stile


Ebbene sì. Dopo mesi e mesi finalmente mi ripresento, al finire di quest'anno e appena dopo la festa del consumismo per antonomasia, e con una tavola a fumetti tutta nuova, addirittura inchiostrata (col tratto-pen, lo so, ma è pur sempre inchiostro) e provvista di una trama. O almeno, quella che sembra una trama dopo essere stata stuprata da un branco di babbuini, buttata nell'inceneritore e dopo che un cane randagio ha pisciato sui resti.
E il bello è che è TUTTO VERO. Le cose che accadono (e accadranno nelle tavole successive) in questo fumetto sono totalmente basate su storie vere. La mia, e quella dei miei compagni di giochi di ruolo. Questo dovrebbe farvi capire quanto in basso è scesa l'evoluzione dell'homo sapiens. Beh, ogni volta che io ci penso, mi consolo sapendo che almeno siamo rimasti sopra ai ragazzini stupidi che prendono a calci i gatti, ai politici che inventano attentati alla JFK, agli astrologi e alla maggior parte della programmazione mediaset di carattere pseudoscientifico.

mercoledì 1 settembre 2010

Hell Yeah, Hellboy!



Ho comprato di recente una raccolta di fumetti del celebre Mike Mignola, riguardo il famoso fumetto Hellboy. Sapete, il diavoletto rosso con una mano normale e un'altra di pietra di nome Federica. Il fumetto è stupendo, e nonostante utilizzi tratti decisi per le ombre, tracciando una demarcazione netta fra gli spazi del mistero e della tenebra senza nome e la luce della ragione (e delle mazzate), il fumetto mostra molto bene come anche senza disegnarla, ci sia sempre una sfumatura. Io, purtroppo, quella sfumatura devo comunque disegnarla per farla percepire, ma i risultati che essa da sono comunque buoni. Questo è il mio primo risultato di disegno e devo dire che, anche se forse non è proprio giusto al 100%, questo è il mio Hellboy e mi piace.

sabato 28 agosto 2010

Capelli

Ok, è successo l'impensabile. Le mura della realtà sono crollate assieme ad uno dei pilastri fondamentali dell'esistenza. No, non sto parlando di Star Wars, ma dei miei capelli. Dopo anni di look "cespuglio incolto con un ragazzo sotto" sono andato dal barbiere e ho chiesto: fammeli corti.
Vi siete mai domandati cosa smuove le cose e le persone e crea cambiamenti di portata enorme? Non sono grandi decisioni, non sono cose ponderate, non sono riflessioni complesse, non è un'ultima chance che raccogliamo in un impeto di speranza: si tratta di cose apparentemente semplici, come il gesto di una mano che schiaccia un insetto o una decisione d'impeto, priva di ragione. Nel mio caso è stato tagliare i capelli. Sembrerà una stronzata grossa come un appuntamento al buio fra il pianeta Giove e Giuliano Ferrara, ma cambiare capigliatura può cambiare una faccia. E se ti guardi allo specchio sapendo che quello che vedi ma non riconosci del tutto è quel che sei diventato, e se alla tua faccia colleghi un modo di pensare e di agire particolare, quando quella maschera muore ed è rimpiazzata da una nuova maschera, simbolo di un nuovo modo di fare, questo è quello che puoi fare: decidere di cambiare.
Ora sono identico a prima, non sono cambiato di una virgola, eccetto per i capelli, beninteso. Ma nessuno mi noterà più nello stesso modo. Siamo noi a cambiare? O a cambiare è il modo di vederci degli altri? O l'intera esistenza è costruita in un gioco di piani e di luci ed ombre che ci impediscono di sapere cosa davvero sia un cambiamento o cosa un'illusione? Magari tutte e tre assieme.

(Se bastava tagliarsi i capelli per pensare certe cose, inizio a credere che tutti i filosofi siano vissuti con la capa rapata a zero.)

sabato 24 luglio 2010

Croci

Questo disegno è effettivamente quello che sembra: un'armatura (e non un'uomo in armatura) che sale uno scalino e tocca una spada a forma di croce. Lo stesso simbolo compare anche sul suo elmo e sui fermagli del mantello. Questo disegno rappresenta un personaggio che chiamo Crux (la fantasia era andata al bagno mentre decidevo il nome), che esemplifica un ideale di ordine. Ordine, secondo lui, che dev'essere imposto anche con la forza delle armi, se necessario. Perchè mai ho scelto un motivo di croci per un personaggio del genere? La risposta è semplice. Quest'essere non è altro che un'armatura animata da un ideale. Il simbolo non è un abbellimento: è il simbolo che gli da forza. La forza di un'idea, di un ideale, di un partito politico, e persino di un concetto, è esplicitata grazie ad un simbolo. Per questo ho scelto la croce: questo ideale di ordine si regge su una croce, un simbolo semplice ma potente, un simbolo che tutti noi abbiamo visto e vediamo quasi ogni giorno. Tuttavia, è il simbolo che da forza a quest'ideale, altrimenti esso sarebbe solo un concetto vuoto. Vuoto come l'armatura che muove.

venerdì 16 luglio 2010

Disegno a tratti


Ecco qui. Non l'ho neppure finito, eppure è già così bello, ai miei occhi, che ho dovuto scannerizzarlo e metterlo qui. Questo è il mio primo tentativo di disegnare chiaroscuri e panneggi solo tracciando trame incrociate. Di solito le sfumature mi riescono bene muovendo la matita con moto circolare, ma stavolta sono rimasto basito. In effetti, mi è parso molto più realistico di quel che mi aspettavo e l'effetto complessivo è armonico.
Quanto al tema, non iniziate a gridare al plagio di Darth Maul o del Dark Prince. Questo tizio è una mia personalissima creazione per Chronicles Of Alheinar, una serie di libri fantasy. Non l'avete letto? Ovvio, il manoscritto da mille pagine è ancora dormiente, in attesa d'essere trasposto in formato word. Spero solo che non abbia un pubblico ampio come questo blog, visto che il numero di visitatori è quasi pari a zero. Comunque sono contento di averlo disegnato e postato, quindi LOL.
Alla prossima.

martedì 13 luglio 2010

Originalità


Come potete vedere, questo è un Cavaliere Grigio. Non che i creatori di Warhammer 40000 si siano sforzati molto per trovare un nome originale, ma neanche io sono stato molto originale nel ricopiarlo nella medesima posizione dal codex dove l'ho visto. Almeno, l'ho fatto durante una noiosa giornata di assemblea di qualche tempo fa, attirando l'attenzione di diverse persone che passavano nei pressi. Inizialmente era un trucchetto innocente, ma ci ho preso gusto e ho deciso che farmi un po' di pubblicità da solo non può farmi che bene.

Sì, lo so, starete pensando che sono un megalomane, e, sorpresa! Lo so già benissimo anch'io e ne vado fiero.

Quindi, se siete ancora interessati a seguire questo folle blog (sebbene io stesso inizi già a pensare di stare predicando nel deserto) attendete il prossimo post, con uno dei disegni più belli e più recenti, e nell'attesa commentate!

lunedì 5 luglio 2010

Inizio


Benvenuti. In questo momento state leggendo il primo post di questo mio blog. Dovrebbe essere qualcosa di particolarmente significativo, ma temo di perdere l'assiduità col tempo, e questo renderebbe inutile ogni fatica sprecata per valorizzare questi primi, importanti messaggi. Per questo non mi dilungherò troppo.
Mi chiamo Lorenzo Massacesi, uno dei pochi esseri umani su questo pianeta ad avere una città chiamata come lui, negli USA.
Già questo basterebbe ad amplificare l'ego di un bambino, figuramoci il mio, che anche se non è infantile, ci si avvicina.
La seconda cosa da dire è che da piccolo ho battuto la testa. Presto o tardi ve lo sareste domandati, perciò meglio mettere le cose in chiaro da subito. Molto probabilmente questa battuta ha influenzato molti dei miei tratti, come la megalomania, le personalità multiple e il desiderio inconscio di molte persone di volermi vedere ridotto in minuti frammenti a causa della mia parlantina non sempre opportuna. Però mi piace pensare che abbia anche influenzato il mio talento nel disegno. Certo, disegnavo anche prima, e davo già ottimi risultati, ma da lì in poi penso ci sia stata un'impennata, decisa e costante, dettata anche dalla successiva scelta di frequentare una scuola pomeridiana di fumetti, e dall'assiduità nell'esercitarmi (anche nei luoghi meno opportuni, come la scuola).
Un esempio di quello che sono riuscito a raggiungere negli ultimi anni è quello che vedete in questo post. Il disegno di Fato Superiore (così come lo chiamo io), una rappresentazione dell'entità che noi potremmo chiamare Destino, secondo i canoni di Neil Gaiman, mentre siede alla scrivania, è stato uno dei disegni più impegnativi in cui mi sia cimentato, peraltro senza aver padroneggiato completamente le mie capacità con la matita, mio strumento prediletto, e che ormai uso con consumata abilità (e con assai poca modestia, se devo essere sincero).
Questo è quello che finora sapete di me. Vi interessa abbastanza? Siete rimasti impressionati? Stupefatti? Angosciati? Divertiti? O semplicemente annoiati? Francamente, non mi interessa, (a meno che non mi assumiate per un lavoro o mi facciate pubblicità).